// PROVINO CHIAROVEGGENTI

provino per Pandora Alanis Nabokov

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  1. UnbreakableVow
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    Appurato in realtà che il livello di role è alto ( considerazione che è stata fatta da praticamente tutto lo staff )
    mi limito a lasciarti una serie di domande sulla capacità in modo che tu possa rispondere velocemente e una piccola traccia di visione alla quale rispondere, sarebbe poi preferibile esercitarsi on game con la capacità, ribadisco - perchè non si è mai troppo chiari - che le visioni non possono essere inventate ma vanno masterate quindi è un'abilità che richiede molto la presenza di un master e mi assumo io stessa come caporazza la responsabilità di venirti a fatare ogni tanto le role <3

    - liliaac

    | le visioni alle quali assistono i chiaroveggenti portano ad una serie di limitazioni nella loro vita, quali?
    | in che periodo della vita si manifesta la chiaroveggenza?
    | differenza tra metaplay e powerplay e relative definizioni dei termini ( domanda banale, lo so )

    *ambient - out of context*
    Pandora si trovava seduta a tavola, con i suoi genitori. "Hai dormito bene?" le disse la madre, premurandosi di riempirle il piatto. Ad un certo punto, mentre questa le rivolgeva parola, alla donna venne un forte mal di testa, le sue tempie martellavano e sembravano non volerle dare alcuna tregua e le sue mani non potevano fare altro che raggiungerle per cercare sollievo attraverso un qualche massaggio. Sapeva bene a cosa andava in contro, sapeva bene di cosa si trattava. La testa che pulsava era solo sintomo di una delle solite visioni che oramai la tormentavano da molti anni a questa parte. Intanto la madre le rivolgeva parole di preoccupazione "stai bene?" e poi, ancora "che succede?" Pandora fu quasi obbligata a chiudere gli occhi e si ritrovò a visualizzare frammenti di una conversazione due uomini che parlavano. Una serie di immagini componevano il lungo viale di Diagon Alley e frammentariamente riportavano all'interno di un negozio: proprio lì due uomini, uno dai capelli chiari e l'altro dalla pelle molto scura, farfugliavano qualcosa. La donna riuscì a sentire solo poche parole del loro discorso. Parlavano di polvere, mattoni e un cammino da percorrere, chissà a cosa si stavano riferendo.


    il prossimo fato arriva dopo la tua risposta, prenditi il tempo che ti serve Ask for Champagne
     
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    Grazie per lo sbattimento, liliaac, e per l'apprezzamento tuo e dello staff *^^*

    Separo le due parti di test, un po' per praticità mia, un po' perché purtroppo non ho il dono della sintesi: almeno puoi leggerti il papiro a più puntate e con calma :unsure:
    Entro stasera o domani cerco di postare anche la "parte pratica" di test :f: .

    1) Le limitazioni derivanti dalla Chiaroveggenza sono:
    A) maggiore difficoltà a concentrarsi, in quanto l’attenzione (o la capacità di porre attenzione) è una funzione psichica. La psiche di un Chiaroveggente, tuttavia, può essere sottoposta a stimoli/percezioni imprevisti e imprevedibili, tali da distogliere la percezione (e conseguentemente l’attenzione) dalla contingenza concreta per trasportarla oltre. La compresenza degli stimoli (attuali e non) provoca dunque un “inquinamento” della capacità selettiva razionale, talché il Chiaroveggente non è sempre in grado di porre la propria concentrazione sul “qui e ora”, in luogo dell’infinito inconoscibile, se non a fronte di un certo sforzo.
    B) A corollario di quanto sopra, il Chiaroveggente ha talvolta difficoltà a distinguere il reale dalle visioni. Gli stimoli raccolti attraverso il Terzo Occhio (che possono involvere tutti e cinque i sensi, provocando dunque una distorsione soggettiva spazio-temporale) finiscono, difatti, per inquinare la capacità percettiva e razionale del soggetto veggente, talché lo stesso potrà faticare a separare i due piani di esistenza (presente e futuro).
    C) Ai due limiti sopra riportati, può conseguire un deficit di attenzione, peculiarità dotata del carattere dell’eventualità (a differenza dei due limiti sopra riportati, da intendersi come più ricorrenti) da ruolarsi cum grano salis e solo su concessione del capo razza: a mia interpretazione, suppongo perché inficia oltremodo la ruolabilità di un pg (senza contare che l’esagerazione, per quanto teatrale, spesso compromette il realismo del pg medesimo, finendo per ridurlo a una macchietta mal gestita).
    D) In ultimo, non può non menzionarsi il rapporto direttamente proporzionale tra esercizio del Dono della Chiaroveggenza e qualità delle visioni ottenute: più ci si esercita, più le visioni saranno nitide, e viceversa, come qualsivoglia talento magico e non, per quanto innate.
    Più che un limite in senso proprio della caratteristica, quest'ultima circostanza è un limite nella caratteristica: la Chiaroveggenza può quindi rivelarsi del tutto inutile, in corso di game, laddove il player non si applichi per sviluppare e saper gestire in gioco la propria skill.

    2) La Chiaroveggenza si manifesta di norma intorno ai sei anni di età- ossia, ironicamente, nella fascia d'età in cui un bambino inizia a ottimizzare la capacità di esporre fatti e/o situazioni e in cui inizia a distinguere in maniera più netta fantasia e realtà!

    3)Per comprendere la differenza fra metagame e powerplay occorre prima soffermarsi sulle (ampie) definizioni di ciascuna voce, che tenterò di esporre nella maniera più completa e chiara possibile.

    Il metagame, in linea generale, consiste nell'utilizzo (illegittimo e scorretto) in gioco di informazioni e/o elementi che il player ha acquisito off game (di norma tramite lettura schede pg, regolamenti, ruolate o, purtroppo, chat ecc) .
    Se ruolo con Delta e quello, vedendo Pandora che si porta le mani alle tempie visibilmente disturbata, deduce improvvisamente (e anche solo mentalmente) che è una Chiaroveggente (perché off lo sa dalla scheda della Nabokov), Delta sta facendo metagame.
    Se Pandora ha una SL amorosa e cuoriciosa "love ForevaH" con Giacomino e quell'infame le fa le corna con Zoccoletta02 in una role alla quale non partecipo (e dove non è presente nessuno che possa riportare la liason clandestina alla Nabokov), io player saprò che Giacomino è n'infame, mentre la povera Pandora lo dovrà ancora vedere ancora come Merlino sceso in terra finché non succede qualcosa di significativo on game.

    In senso più lato, integra metagame anche quel giocatore che riflette aspetti personali off game nell'on game del suo pg.
    Se, malauguratamente, io litigo off col player di Giacomino (vedi sopra), non posso improvvisamente ruolare un odio viscerale per il suddetto Giacomino: ahimè, la coerenza di gioco- e la totale estraneità del mio pg alle mie simpatie e/o antipatie- mi imporrà di ruolare una Pandora innamorata finché il game giocato non la separi motivatamente dalla sua dolce metà.

    Fanno metagame anche quei giocatori che creano storie a tavolino fra di loro e/o si accordano off game per muoversi in un certo modo, anche nei confronti di un altro pg, on game.
    I pg che attingono a un background comune (parenti, amici di vecchia data) sono ovviamente liberi di concordare il passato dei loro pg- elemento necessario per avere background coerenti, dato che si sono intrecciati- ma non per quanto concerne l'attualità e il futuro.

    Utilizzare proprie nozioni e/o conoscenze e/o reazioni per muovere il proprio pg, esulando quindi da quelle che sarebbero le peculiarità caratteriali ed esperienziali proprie di quest'ultimo, è sempre metagame.

    E' possibile integrare metagame anche con l'utilizzo improprio di doppi pg e/o PNG, in particolare per acquisire informazioni di gioco e/o compiere azioni.
    Riportandomi agli esempi fatti sopra, Pandora ruola di vedere sopraggiungere Silky (Elfo Domestico PNG) la quale riferisce di aver visto Giacominio limonarsi duro Zoccoletta02.
    Questo è metagame: leggo le informazioni off game e utilizzo un PNG on game per farle acquisire al mio pg.
    Doppi e PNG possono riferire unicamente informazioni che possono ritenersi di pubblico dominio (quindi reperibili dal pg tramite Gazzetta del Profeta, canali informativi collettivi come le radio o, mi si permetta l'espressione riassuntiva, tramite "chiacchiere da Paiolo Magico/ corridoio di Hogwarts").
    Ancora: dai regolamenti di Unbreakable, la Smaterializzazione è utilizzabile solo previo superamento del relativo esame. Qualora Pandora utilizzasse Silky per smaterializzarsi, starei facendo del metagame, perché mi avvantaggerei utilizzando un PNG eludendo una regola di gioco (laddove, peraltro, per essere corretta mi basterebbe dire di utilizzare la Metropolvere).

    Diversamente dal metagame, il powerplay consiste nell'anteporre il risultato di gioco voluto a quella che è la coerenza del proprio pg e del game che si sta facendo.
    E' un atteggiamento impiegato sovente per enfatizzare (oltre misura e in maniera decontestualizzata dalla coerenza) le capacità del proprio pg.
    Fare i fenomeni, detta in breve e molto brusca, a discapito non solo della coerenza anzi detta, ma anche del realismo, che vorrebbe qualsiasi pg dotato di umani limiti.
    Da un punto di vista tecnico, si integra power play potenziando sempre di più il proprio pg per renderlo molto powa, appunto: quindi acquisisce skill a pacchi per diventare sempre più potenziato e invincibile in quanto assolutamente concesso dai regolamenti, anche se le suddette skill non hanno un senso con la sua coerenza caratteriale o esperienziale (es.: la Pandora attuale vuole diventare Legilimens: perché? All'attualità, non ha alcun valido motivo e no, non vale il "eh ma da ragazzina l'ha sempre intrigata indagare la mente altrui").
    Esistono forme più subdole, diciamo così, di power playing, ad esempio sempre attraverso l'utilizzo improprio di PNG: esempio classico è il cattivone di turno che, in uno starter, annovera almeno tre o quattro omicidi fatti per noia lungo il cammino per arrivare al Paiolo Magico. Miii, che paiiura!
    Per quanto sia concesso dare un contesto coerente e suggestivo al proprio pg (e per quanto non faccia male a nessuno), occorre sempre utilizzare un po' di buon senso. O si è power player, appunto.

    Sono nozioni non sempre perfettamente scindibili e individuabili nel concreto- e talvolta, a livello di moderazione, anche complesse e insidiose: mi limiterò a ricordare a me stessa che mettere in discussione le motivazioni di un pg è sempre un terreno limaccioso in cui avventurarsi, sia perché ampiamente contestabile dal player in questione, sia perché si tratta di un ambito estremamente soggettivo e, in quanto tale, più o meno facilmente "supercazzolabile".

    Secondo la mia personale (e pertanto opinabile) esperienza, e assodato che si tratta in entrambi i casi di errori di gioco, concluderò dicendo che reputo più deprecabile il metagame del power play.
    Se voler primeggiare è una debolezza magari fastidiosa, ma più umanamente comprensibile (e che richiede in primis lo sbatti del player in questione, almeno nel senso tecnico di acquisizione delle skill), il metagame è una vera e propria scorrettezza che denuncia la totale assenza di quello che è (o dovrebbe essere) il doveroso spirito del gioco di ruolo.
    La correttezza in senso lato, l'onestà intellettuale e il saper perdere non sono regole usualmente scritte del game ma sono, e devono restare, comunque le prime di ogni player.

    E... spero di non aver dimenticato troppo perché tra metagame e power play ci si potrebbe scrivere dei libri :unsure: :rolleyes:
     
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    - rispondo con questo account perchè loggare di là mi scoccia e qua vogliamo essere veloci nel rispondere -
    non ho niente da correggere, sei stata decisamente esaustiva e riprendo a dire che adoro il tuo stile di scrittura, la parte off è superata, non ti resta che il fato verde <3
    ci tengo a precisare che solitamente con contesto scrivo molto di più e meglio, non avrai fatini ambient deprimenti come questo, promesso!!
     
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    Ecco la parte pratica, liliaac .
    Ai contesti piace cambiare u.u e quelli tetri o grigi non possono mancare! Altrimenti, che prova è?! 😜 Ancora grazie per l’apprezzamento e per il tutoraggio 🙏🏻

    ————


    Quella domenica mattina, l’umore di Pandora si specchiava nel cielo che gravava sul Prewett Manor: uggioso e irrequieto.
    Malgrado si fosse presentata in sala da pranzo vestita e truccata di tutto punto, come si conveniva, aveva preso posto al desco senza proferire nulla più di un blando e impersonale saluto di rito all’indirizzo dei suoi familiari. Alla domanda di sua madre, se avesse dormito bene, si sforzò di alzare un sorriso rassicurante, pronta ad armeggiare col cucchiaino nel porridge noci e cioccolato che Alexandra le aveva appena amorevolmente servito.
    -Sì sì, è solo questo tempo che…-
    Sospirò, e chiuse il proprio asserto in un sospeso incompiuto, colmando il silenzio - che, ammettiamolo, sarebbe stato condito solo da evasive banalità metereologiche- con una cucchiaiata di pappa d’avena.
    Tenersi la mandibola impegnata, d’altra parte, era uno dei suoi escamotage preferiti per rendersi inerte non-partecipe delle lunghe liste di incombenti che sua madre era solita stilare nei week end per la settimana successiva, e che non mancava mai di declamare in occasione delle colazioni; incombenti noiosissimi che pretendeva fossero di interesse comune e collettivo per tutta la famiglia, ovviamente.
    Il metodo di risveglio firmato Alexandra Theodora Prewett avrebbe potuto essere brevettato come metodo di tortura ad Azkaban, ad avviso dell’ex Corvonero: la sua genitrice vantava un Ordine di Merlino, Prima Classe, nella capacità di farle salire il mal di testa. Eccola lì, infatti, già avvinta da quella fastidiosa aureola dolente che non lesinava a fare bella mostra di sé quando Alexandra era presa a pigolare i suoi diktat domestici.
    Cercò di ignorare la sottile “cefalea materna” (roba che al San Mungo avrebbero dovuto quanto meno menzionarla in qualche manuale) e attinse un sorso di earl grey per cercare ristoro in quel caldo e liquido conforto.
    Dato il silenzio ostinato, sua madre badò invece di incalzarla dapprima insistentemente con lo sguardo e, non ricevendo alcun soddisfacente riscontro, iniziando successivamente a tirarla apertamente in causa a proposito di una questione urgentissima, ossia la nuova disposizione floreale delle aiuole del giardino.
    Urgentisssssima.
    Mentre Pandora assorbiva quel fastidioso sibilo, il canonico mal di testa da mamma-scassa-boccini si alzò come faceva la marea fuori dal Manor, e sembrò intonare un ritmo diverso. Più feroce. Più peculiare. Più sinistro.
    Fu allora che l’ilarità delle definizioni mentali lasciò il passo a una indesiderata consapevolezza, nella testolina bionda sempre più compressa dalla morsa metallica che aveva preso a sbranarle le tempie.
    A dispetto del contegno e del galateo, l’ex Corvonero perpetrò a ignorare Alexandra ma, questa volta, in maniera incolpevole. Quando accadeva, quando quelle cose la richiamavano, lo facevano spesso anche così, non certo prendendo appuntamento.
    Inevitabilmente, si portò ambo le mani alle tempie, nel vano sforzo di imporre un po’ di refrigerio al dolore bruciante che sapeva ridurre in cenere qualsiasi pensiero, o nel risibile tentativo di sciogliere metaforicamente i nodi che le comprimevano i due spicchi della regione temporale.
    Coi gomiti puntellati sul tavolo e il capo chino sospeso tra le mani, Pandora vide il bordo dorato della ciotola di porcellana, e il lino finissimo della tovaglia, e le sfumature terrose di noci e cioccolato, fondersi in una caotica, nauseante, macchia indistinta. Aveva la vista appannata. Parimenti, era macchia indistinta, un sasso inghiottito dal buio immoto di un lago, dall’eco sempre più breve e lontana, la voce di sua madre che, questa volta, le stava rivolgendo quesiti concitati per sincerarsi che stesse bene, o per chiederle ragguagli su cosa si sentisse.
    Il dolore persistente e invasivo, e le modalità distorte con cui le giungevano gli stimoli – visivi, uditivi o olfattivi che fossero- dall’esterno erano sintomi che, suo malgrado, aveva imparato a riconoscere nel corso degli anni: stava per accadere.
    Di nuovo.
    Quelle cose erano pronte a parlarle in quel loro linguaggio criptico, fulminante e barbaro.
    Più che il preciso apparato semantico, afferrò solo la veemente nota interrogativa dell’ultima domanda che sua madre le pose- Che succede?- ormai accecata dalle palpebre scese a chiudere la sua visione distorta sul mondo.
    Se solo non si fossero presentate in quel modo tanto violento, forse sarebbe stato più facile accogliere quelle cose, invece di innescare il fisiologico istinto a difendersi.
    Suo malgrado, Pandora le accolse.
    Le sue pupille cieche dell’oggi misero a fuoco brandelli strappati di un dove.
    Il lungo viale commerciale della Londra Magica le apparve per dettagli, più che per panoramica. Come pezzi di collage spazzati dal vento, riconobbe l’ingresso del Paiolo Magico, la vetrina del F&S, l’insegna sventolante della Gazzetta del Profeta e… sì, una papera di gomma che aveva visto esposta allo Stardust and Daydream. Nella familiare successione seppe che quella era, senza dubbio, Diagon Alley.
    Ai frammenti dotati di identità, tuttavia, si accostò una soglia che non riuscì a qualificare, priva di particolari segni distintivi, così come anonimo le risultò il pezzo di bancone che le sfiorò lo sguardo interiore: era un negozio anche quello, con altissima probabilità, ma non avrebbe saputo dire quale.
    In quel dove, però, c’era anche un chi.
    I flash di due sagome indefinite, prima, di due teste che qualificò come maschili, poi- l’una dai crini chiari e l’altra dai crini bruni dal crespo tipicamente riconducibile alla terra africana- non le concessero, però, che esigui stralci dei protagonisti della scena. Non un tatuaggio, non un colore degli occhi, non un cenno sulla fisionomia. Solo del bruno riuscì a cogliere una porzione di tempia, che rivelò una pelle inequivocabilmente d’ebano.
    Chiaro e Scuro parlavano tra di loro.
    Il Dono di Pandora avvicinò quest’ultima ai due quale ascoltatrice indiscreta, fornendola però di un orecchio oblungo difettoso: non colse altro che lemmi privi di un filo logico, inizialmente, o di un senso. Le uniche parole che riuscì distintamente a comprendere riguardavano polvere, mattoni nonché un cammino da percorrere.
    Sul piano del reale contingente, la Nabokov si strinse di più le tempie nel cerchio protettivo delle mani: sembrava trattenere qualcosa; il dolore, presumibilmente, o qualsiasi cosa la costringesse in quella posa immota e contratta.
    In verità, stava lottando con se stessa per sporgersi meglio, di più, oltre l’orlo insondabile delle cose, supplicando che quel viaggio, che quel dolore, potesse acquisire un maggiore senso.
     
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    bene, direi che qui abbiamo finito!
    poi lungo la strada ( come sono filosofica ) magari facciamo ogni tanto una role di "addestramento" dove può esercitarsi a controllare il suo potere e migliorare i suoi progressi, provvederò io stessx ad aggiornarti la schedina sotto alla scheda con livello avanzato intermedio e base dell'abilità, per ora teniamo un base di default e proseguiamo in role <3
    taggami sotto qualsiasi role qualora ti serva un fato <333
     
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    UUUUUAAAAAAAA :woot: :woot: :woot:
    Ok ok, sono calma, sono calma *si dà un contegno*
    Ecco, perfetto, il mio passo successivo lungo la strada sarebbe stato proprio chiedere come dovevo fare per sviluppare On Game la skill xD mediterò con calma qualcosa (mi aveva sempre stuzzicata l’idea di un pg veggente ma non l’ho mai fatto, alla fine, quindi ora mi documenterò :shifty: almeno per non scrivere boiate eccessive).
    Grazie ancora per il tempo che mi hai dedicato!
     
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    sempre a disposizione, ribadisco mi trovi sia nei mp che se vuoi su telegram ( ti passo il nome via messaggio, basta chiedere )
     
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6 replies since 25/1/2022, 18:52   59 views
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